L’EPS, quale composto di carbonio e idrogeno, è di sua natura un materiale combustibile. Esso inizia la sua decomposizione a circa 230-260°C, con emissione di vapori infiammabili, ma soltanto a 450-500°C si ha una accensione.

L’EPS quindi richiede una certa energia per la sua accensione: una scintilla o una sigaretta accesa non sono sufficienti.
Il contributo dell’EPS in termini di bilancio energetico di un incendio è modesto, in relazione alla sua bassa massa volumica; inoltre il materiale si trova generalmente protetto da altri materiali e non ha immediata disponibilità dell’aria necessaria alla sua combustione.

La successiva propagazione della fiamma avviene spontaneamente nell’EPS normale se vi è sufficiente apporto di ossigeno, mentre nell’EPS a migliorato comportamento al fuoco (EPS/RF), ottenuto con opportuni additivi, la propagazione cessa al venir meno della causa di innesco.

La combustione può sviluppare, come gas tossici, essenzialmente ossido di carbonio, non diversamente dai materiali lignei presenti nella costruzione o nell’arredamento, ma in proporzione molto più ridotta. La combustione dell’EPS non produce diossina che quindi non si ritrova nei fumi prodotti durante un incendio.

Le normative distinguono il comportamento dei materiali combustibili con una opportuna classifica. L’EPS nudo si colloca generalmente nelle classi E oppure D e superiori se rivestito (secondo EN 13501-1).