EPS e Politiche Ambientali

La consapevolezza internazionale riguardante i grandi problemi ambientali quali il riscaldamento globale del pianeta e l’impoverimento delle risorse naturali sta cambiando le modalità di scelta e utilizzo dei materiali. L’impatto che un dato materiale provoca sull’ambiente è un aspetto fondamentale per determinarne gli ambiti di utilizzo.

Il polistirene espanso sinterizzato (comunemente conosciuto come polistirolo o a livello europeo come EPS) è un materiale espanso, rigido, di peso ridotto, riciclabile praticamente all’infinito che si inserisce di diritto all’Economia Circolare ed è ampiamente utilizzato in differenti settori:

  • Nel settore dell’imballaggio alimentare per la realizzazione di vaschette da gelato, cassette per il pesce.
  • Nell’imballaggio industriale viene inoltre adoperato per la creazione di imballi ad alto assorbimento d’urto, come ad per televisori e altri elettrodomestici.
  • Nel settore dell’edilizia per la realizzazione dell’isolamento termico, ovvero per isolare strutture in muratura (intercapedini, interni ed esterni), tetti e pavimenti.
  • Nel settore medicale per la creazione di contenitori per proteggere medicinali e per il trasporto e conservazione di organi.
  • Nella realizzazione di inserti tecnici per svariati manufatti quali scocche per caschi, imbottitura per seggiolini, galleggianti per lavatrici, pannelli per porte, borse frigo e cassette wc.

 

EPS ed edilizia sostenibile

È in continuo aumento la domanda di sistemi di certificazione energetico-ambientale, volti a certificare i requisiti degli edifici per lo sviluppo di costruzioni nuove ed esistenti sempre più sostenibili che minimizzano gli impatti sull’ambiente migliorando l’efficientamento energetico per preservare le risorse per le generazioni future.
A questo proposito nell’ultimo decennio è stata condotta a livello internazionale un’intensa attività di ricerca, volta allo sviluppo di sistemi di certificazione energetico-ambientale per la definizione della performance degli edifici durante l’intero ciclo di vita.
L’evoluzione di questi sistemi è molto rapida e sono oggi presenti diverse qualificazioni che permettono di valutare il risultato raggiungibile da un’opera già dalla fase di progetto.

La spinta al mercato a dotarsi di queste competenze arriva, evidentemente, dalle richieste sempre più esplicite e dettagliate da parte degli utenti finali sulla scelta dei materiali, degli impianti e delle tecniche produttive, ma anche di grandi acquisitori come la Pubblica Amministrazione, a loro volta incentivata da una precisa politica europea in materia di sostenibilità (Green Public Procurement).
In particolare, i driver ambientali ritenuti più rilevanti sono stati indicati:

  • efficienza e risparmio nell’uso delle risorse, con esplicito riferimento all’energia ed alla conseguente riduzione delle emissioni di CO2;
  • riduzione/eliminazione dell’uso di sostanze pericolose;
  • riduzione quantitativa dei rifiuti prodotti.

 

Le metodologie per la valutazione delle performance ambientali

Le metodologie per la valutazione delle performance ambientali, pur essendo sistemi di valutazione volontari, hanno raggiunto una credibilità tale da essere diventati strumenti riconosciuti e utilizzati da una comunità di utenti sempre più ampia, si citano alcuni esempi quali:

  • il LEED Rating System, nato negli USA e applicato in più di 40 paesi nel mondo
  • il Protocollo ITACA, sviluppatosi in Italia,
  • il BREEAM applicato principalmente nel Regno Unito,
  • il CASBEE in Giappone,
  • il LEnSE utilizzato in nove paesi europei (Olanda, Belgio, Regno Unito, Germania, Svizzera, Repubblica Ceca, Grecia, Austria e Italia).